
Buongiorno Cristiano, parlaci di Giazira Scritture. Se dovessi presentarti a un nuovo lettore come descriveresti la casa editrice?
Non so se davanti a un nuovo lettore attaccherei a parlare della mia casa editrice. Piuttosto, farei parlare un mio libro. Anzi, prima passerei del tempo a raccontarci un po’ delle nostre vite. Perché sono quelle a guidarci nelle letture, così come sono state le mie esigenze di riflessione a portarmi alla scelta di cosa pubblicare e cosa no. Sì, farei così: dopo aver ascoltato un po’ delle sue storie, prenderei un libro e direi al nuovo lettore: “ecco, questa è la lettura che fa per te!”

Nella bio della casa editrice presente online dici che Giazira Scritture è nata per gioco dopo la fondazione di una rivista di satira. Sono più di dieci anni che questo gioco va avanti. Ti diverti ancora come il primo giorno?
Il giorno in cui non dovessi più divertirmi, mollerei il lavoro all’istante. Di tutto ciò che facciamo siamo abituati a sentirci ripetere che ne deve valere la pena. Per me, invece, ne deve valere la gioia. Questo non significa parlare del mestiere dell’editore come di un lavoro facile, spensierato e senza problemi. Sto però parlando del mio, di mestiere. E voglio che resti sempre carico di stimoli. Il motore di una qualsiasi attività umana è l’uomo stesso. Se si spegne l’entusiasmo dell’uomo, subito dopo si spegne anche la sua attività.
Giazira Scritture è una casa editrice indipendente che affida anche la distribuzione a società indipendenti. Come riesci a convivere sul mercato con giganti dell’editoria che spadroneggiano sugli scaffali?
Come faccio a convivere con i giganti dell’editoria? La risposta è semplicissima: ignorandoli. E non si tratta di una battuta, né di uno slancio di arroganza (che peraltro sarebbe ridicolo). Semplicemente le piccole case editrici e i colossi dell’editoria vivono su pianeti completamente diversi: sono diversi i costi di gestione, i bilanci, il numero di pubblicazioni, la tipologia stessa delle pubblicazioni e gli accordi con i partner.
Detto questo, come si fa a pensare di poter essere in concorrenza con i grandi marchi? Rispetto a questo, credo che il problema sia un altro: il voler imitare a tutti i costi le dinamiche di un grosso editore. Dobbiamo partire da un presupposto: l’editoria è un mondo nel quale tutti hanno voglia di essere in primo piano e raggiungere l’apice della notorietà (e degli scaffali). Questo ha portato molti piccoli editori a fare il classico passo più lungo della gamba, convinti che l’aumento dei titoli in uscita, la presenza sugli scaffali, l’affidarsi al grande distributore, li avrebbe portati automaticamente al piano superiore.
Personalmente penso che l’essere un piccolo editore oggi sia un vantaggio. E se mi si dovesse chiedere il perché, risponderei come ho fatto per la domanda sul nuovo lettore. Lo inviterei a scoprire il mondo dei piccoli editori. Si accorgerebbe di quanto è ricco e interessante in ogni sua produzione.

Tra le varie proposte editoriali, oltre alla narrativa generica per adulti e per bambini, avete tanti titoli che parlano, esaltano e presentano realtà locali, la loro storia, il loro vissuto. Perché questa scelta di valorizzare, attraverso i libri, le realtà territoriali?
Perché un editore non può che fare questo: omaggiare i territori raccontandoli, promuovendoli, sostenendone la storia. L’Italia è una terra così ricca di storie locali che sarebbe folle metterle da parte. Tengo molto alla collana Radici proprio per questo, perché i territori sono i luoghi che viviamo, e l’unico modo per tenerli vivi è raccontarne le storie. Se muore un territorio, muore tutto il resto. E se muore tutto il resto, quali storie resterebbero da raccontare? Di quali bellezze potremmo nutrirci?

Strepitoso è stato il progetto Giazira d’Italia: 6 regioni, 14 città e 11 librerie indipendenti sono state protagoniste di un giro sorprendente e coraggioso perché fatto in bicicletta! Sei sicuramente un appassionato ciclista, ma cosa ti ha spinto a percorrere tanti chilometri in giro per la Penisola esclusivamente su due ruote? E soprattutto, cosa ha lasciato a te questa esperienza?
Il Giazira d’Italia è un’esperienza che non dimenticherò mai per tutte le persone incontrate nelle due edizioni. Lettori, lettrici, sportivi, librai e libraie. Con questo progetto ho unito le mie due grandi passioni: la bici e i libri. Penso che questo sia stato il dono più grande che abbia potuto farmi: concedermi il tempo di scoprire lentamente gli incontri e le sensazioni. Non avrei potuto immaginare modo più bello per promuovere la mia casa editrice.

Come vedi il mercato editoriale degli ultimi anni? E come si inserisce Giazira Scritture in questo mercato?
Il mercato editoriale sta cambiando radicalmente. E non solo per via dell’Intelligenza Artificiale, tema che meriterebbe un’intervista a parte. Quello che sta cambiando è la sempre più vivace intraprendenza dei piccoli editori. Al di là delle statistiche sul numero dei lettori, un dato interessante riguarda proprio le vendite: i piccoli editori stanno crescendo. E questo è positivo. Non perché io sia fra questi, ma perché più emergono in giro idee interessanti, più queste stesse idee si moltiplicano.
Per quanto riguarda la Giazira scritture, quello che sta crescendo è la collaborazione con le scuole e le consulenze in scrittura creativa. I libri per bambini e ragazzi sono un altro punto di forza del mio progetto editoriale, grazie ad autori e autrici che raccontano storie meravigliose che aiutano a riflettere su temi come integrazione, rispetto, legalità, storia.
Che obiettivi ti sei dato per il 2025? E per i prossimi 5 anni?
L’obiettivo è quello di essere felice. Il resto verrà di conseguenza.